Ecco cosa succede in Italia
C’era una volta
UN “REGALO” DI NATALE
Cari concittadini questa è la storia di una giovane famiglia di Carsoli, vessata e perseguitata dalle Istituzioni con un accanimento senza precedenti, apparentemente ingiustificato.
Tutto è iniziato quando, dopo aver rilevato la piccola attività “C’era una volta” sulla piazza del Municipio a Carsoli, Carlo e Sara hanno effettuato i lavori di ristrutturazione necessari a proseguire l’attività secondo la normativa vigente.
I lavori venivano eseguiti proprio sotto le finestre del Comune, il tecnico dell’Ufficio Urbanistica e l’Amministrazione Comunale indicavano e controllavano la giusta procedura, passo dopo passo.
Infatti gli stessi avevano approvato all’unanimità (maggioranza e opposizione) una Convenzione per la messa in opera di un bagno pubblico;
inoltre avevano autorizzato una pergola antistante l’attività e incoraggiavano i lavori che puntualmente venivano eseguiti dietro loro suggerimento.
Numerosi sono i documenti emessi dal Comune in tal senso. Del resto l’utilità pubblica dell’opera era indiscutibile ed era stata evidenziata negli stessi documenti approvativi: veniva realizzato un bagno pubblico anche per disabili a disposizione della cittadinanza, come non si era mai verificato prima.
Fin qui niente da eccepire: il Comune operava perseguendo l’utilità pubblica, agendo secondo la sua missione.
Certamente Carlo e Sara avevano affrontato spese considerevoli, ma avevano anche la certezza che sacrificio e impegno si sarebbero trasformati in una reale opportunità di lavoro, anche per altri giovani, in vista di un futuro migliore.
Non è forse questo l’obiettivo primario delle Istituzioni? Non è il lavoro un pilastro portante della società, come sancito dalla nostra Costituzione?
Inaspettatamente però, a lavori ormai conclusi, si scatenava, come un fulmine a ciel sereno, una vera e propria successione di atti persecutori: iniziava l’emissione convulsa di un documento dopo l’altro da parte del Comune che confutava e contraddiceva tutto quanto precedentemente autorizzato.
Da allora in poi il Comune non avrà altro da fare: la priorità assoluta sarà distruggere “C’era una volta” e quindi la famiglia che ne trae sostentamento come unica fonte di reddito, lavorando a ritmo serrato anche nei giorni di festa.
Quante energie dedicate a distruggere, sottratte alle azioni di pubblica utilità!
A nulla sono valsi i tentativi per capire che cosa fosse cambiato o cosa si dovesse eventualmente correggere: tutto quello che poco prima aveva avuto approvazione e incoraggiamento da parte del Comune all’improvviso era sbagliato!
Ebbene si, cari concittadini, dovete sapere che mentre Carsoli agonizza, i nostri amministratori e il tecnico incaricato, sostenuti da altri “Intoccabili” dedicano ogni energia possibile e tutto il loro tempo a pianificare e realizzare ad ogni costo la rovina di una giovane famiglia, che si è mossa in assoluta legalità e senza subdoli compromessi, animata dalla fiducia nelle Istituzioni;
una famiglia che si è lasciata completamente guidare da chi l’ha poi pugnalata alle spalle senza scrupoli.
Che esempio di efficienza!
A nulla sono valsi i numerosi tentativi per capire che cosa fosse cambiato o cosa si dovesse eventualmente correggere: tutto quello che poco prima aveva avuto approvazione e incoraggiamento da parte del Comune all’improvviso era sbagliato!
Minare spietatamente l’unica fonte di sostentamento di due giovani cittadini e distruggere moralmente e psicologicamente una famiglia con due bambini piccoli, come mai nessuno aveva fatto prima, è un’azione vergognosa e deprecabile;
camuffare la persecuzione con la veste nobile della legalità è azione ancora più indegna, soprattutto se si tratta di una Istituzione che dovrebbe essere garante di un trattamento paritario per tutti i cittadini e le attività ( E COSI’ NON E’). La persecuzione è un reato…
Tutto ciò stranamente avveniva in concomitanza con le folli azioni di un privato.
Costui, divulgando falsità di ogni genere, pretendeva di riappropriarsi del locale che aveva regolarmente venduto accontentandosi anche, in alternativa, di distruggere chi lo aveva acquistato (ricordate l’azione vandalica notturna a danno di “C’era una volta”?); questo l’intento che aveva palesato, anche con minacce pesanti.
Tutto ciò perché Carlo e Sara, con la ristrutturazione del loro locale, avevano osato sottrarsi al pagamento di un “vitalizio”, preteso dal venditore in cambio della possibilità di continuare l’esercizio dell’attività: solo la ristrutturazione poteva liberarli da un tale ricatto e le Istituzioni ne erano al corrente.
Il soggetto in questione intanto effettuava continue incursioni al Comune (a fare cosa?)
Mi chiedo, a questo punto, che relazione ci sia tra il venditore del locale e il Comune e soprattutto perché tanto improvviso accanimento?
Cosa nasconde il Comune di Carsoli per arrivare a ciò?
Che cosa deve difendere?
Ci sono azioni che Carlo e Sara non avrebbero dovuto fare, o forse avrebbero dovuto, per scongiurare un attacco così spietata e immorale?
Cari concittadini, potremmo aggiungere ancora molti particolari che nel corso di lunghi mesi hanno turbato la quotidianità di una famiglia per bene, come tante di voi, che vive di onesto lavoro.
In prima battuta sembra che la nostra vicenda riguardi il singolo, ma a ben vedere non è così. Sapete i costi che il Comune sta sostenendo, senza battere ciglio, per elargire onerosi compensi agli avvocati, col solo scopo di realizzare la distruzione di una attività lavorativa?
Il Comune non ha un euro per nessuno, ma per questa “nobile” azione ne ha da sperperare a più non posso!
Non c’è problema, sono i nostri soldi!
Carlo e Sara siamo noi…
Ci esponiamo in prima persona perché non abbiamo nulla da nascondere, sappiamo di essere nel giusto e soprattutto abbiamo il sacrosanto dovere di difendere la nostra famiglia.
Nel ringraziarvi per tutta la solidarietà che ci avete manifestato, in mille modi, vi esortiamo a mostrare indignazione per questa assurda vicenda che avrebbe potuto interessare ciascuno di voi.
Crediamo fermamente nella Giustizia e siamo sicuri che trionferà.
Speriamo che il pentolone si scoperchi una volta per tutte e che sia l’ultima volta che una Istituzione Pubblica si permette di vessare impunemente e gratuitamente i cittadini, forte della propria posizione di supremazia e della disponibilità di risorse pubbliche, da spendere a piacimento per scopi che nulla attengono al servizio della collettività.
I vuoti e vani discorsi natalizi, elargiti col sorriso a destra e a manca, hanno mascherato il più vergognoso e subdolo dei “regali” di Natale, frutto di un complotto cinico e spietato: la tanto agognata chiusura della nostra attività, che viene imposta per la seconda volta… CHE IPOCRISIA!… VERGOGNA!…
Questa sarebbe “l’operazione” conclusa con soddisfazione dalle autorità per il ripristino della legalità? Non possiamo crederci…
Qualcuno, se c’è giustizia, potrà e dovrà smascherarli!!!!!
BUON NATALE A TUTTI!
PERDONATECI PER IL DISAGIO
Carlo e Sara